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Brain and Body Fitness

a cura del Team di BrainCare srl, Padova

Corpo e mente sono saldamente collegati.

E' stato dimostrato come la pratica di attività fisica sia centrale nello sviluppo del nostro cervello, con incidenze sul nostro ben-essere in senso generale.

Questo perché l'attività fisica, aumentando il lavoro cardiaco ed il ritmo respiratorio, contribuisce a migliorare la circolazione sanguigna e l'ossigenazione dei tessuti, benefici di cui approfitta anche il nostro cervello. Gli autori Blair e Morris (2009) si spingono ancora più in là, evidenziando come i suddetti benefici fisici corrispondano a miglioramenti delle funzioni cognitive, come il controllo motorio, la velocità di reazione e ragionamento, l'abilità di attenzione a stimoli visivi e spaziali.

Non solo: Chris Jozefowicz su Psychology Today Magazine ha rilevato nel 2007 come il lavoro fisico incrementi la produzione nel cervello della proteina BDNF (Brain-Derived Neurotrophic Factor). Questa proteina possiamo immaginarla come il "concime" che permette alle nostre cellune neuronali di svilupparsi e crescere. Un aumento della BDNF è spesso associata ad una diminuzione degli ormoni dello stress, e quindi ad un miglioramento dello stato del ben-essere. Se proviamo a pensare a quante volte ci sentiamo "stressati", oppure parliamo con un collega o amico che ci racconta delle angherie del suo capo, ben possiamo comprendere l'utilità di poter abbassare i livelli di stress.

Possiamo vedere metaforicamente il nostro cervello come un muscolo:

  • Può essere potenziato tramite l'allenamento → cambiando tipologia di attività possiamo allenarne l'elasticità, la "forza" (intesa come miglioramento delle capacità cognitive, come il ricordare più informazioni, potenziare i processi di ragionamento);
  • Può influire sulle nostre prestazioni fisiche → migliora il coordinamento motorio, il dialogo "pensiero-azione", la velocità di reazione ed elaborazione di uno stimolo.

Esistono quindi veri e propri programmi di "Body & Brain Fitness", che si stanno diffondendo anche in territorio italiano.

L'esercizio aerobico come intervento di empowerment per adulti sedentari è stato individuato come efficace da Williamson e colleghi (2009) nel miglioramento selettivo dei processi di controllo esecutivo (cioè di uno dei più complessi ed elevati processi mentali umani) e addirittura sul volume complessivo del cervello.

Lo stretto legame tra attività fisica e fitness cognitivo sono anche espressi in studi che prendono in relazione la possibile insorgenza di problematiche cognitive; ne abbiamo un chiaro esempio con l'Alzheimer, spesso in primo piano ai giorni nostri. A questo proposito Scarmeas e collaboratori nel loro studio del 2009 hanno individuato come un'attività fisica a regime moderato, possa in alcune persone diminuire il rischio di sviluppare un decadimento cognitivo fino al 41% in meno, rispetto ad una persona inattiva.

Questo ci sottolinea nuovamente lo stretto legame tra corpo e mente, dove i benefici di uno possono positivamente influenzare lo sviluppo dell'altra.

Come modificare il nostro stato fisiologico, ridurre le tensioni ed attivare il nostro corpo con esercizio fisico in modo globale, divertente, disponibile in ogni ambiente di casa e di ufficio, socializzante? Attraverso il Rebound sperimentiamo il movimento pro-attivo, l'esercizio di rimbalzo e la respirazione energetica consapevole, che portano ad un miglioramento del funzionamento cognitivo soprattutto di attenzione e di memoria, e ad un'attivazione delle emozioni a valenza positiva, quali la felicità e la sorpresa.

E così la motivazione e la curiosità faranno sprigionare l'intero potenziale della persona.

Bibliografia

  • Blair S. N., Morris J. N. (2009). "Healthy Hearts—and the Universal Benefits of Being Physically Active: Physical Activity and Health" Annals of Epidemiology, Vol 19, Issue 4 , Pages 253-256;
  • Jozefowicz C. (2007). Psychology Today Magazine (on-line);
  • Scarmeas N., Luchsinger J. A., Schupf N., Brickman A. M., Cosentino S., Tang M. X., Stern Y. (2009). "Physical Activity, Diet, and Risk of Alzheimer Disease", JAMA, 302(6): 627–637;
  • Williamson J. D., Espeland M., Kritchevsky S. B., Newman A. B., King A. C., Pahor M., Guralnik J. M., Pruitt L. A., Miller M. E. (2009). "Changes in Cognitive Function in a Randomized Trial of Physical Activity: Results of the Lifestyle Interventions and Independence for Elders Pilot Study", J Gerontol A Biol Sci Med Sci, Vol. 64A, No. 6, 688–694.

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